Identità virtuale
Uno dei tratti salienti del cyberpunk è stato quello di aver precocemente individuato l'evelato livello di pervasività che la rete digitale avrebbe avuto nei confronti della vita reale. Ogni giorno dedichiamo parte del nostro vissuto alla rete, comunicando, interagendo e attingendo ad un sapere diffuso. Personalmente ho ormai maturato l'istinto della rete per cui 9/10 di fronte ad un dubbio la mia prima idea è "cerchiamo informazioni in rete" o andiamo in rete a farlo.
Si potrebbe dire che gli scenari descritti da Sterling, Gibson and friends negli anni 80 si sono rivelati premonitori sotto quasi tutti i punti di vista.
Detto questo, c'è però un punto su cui tutta la sci-fi cyberpunk si è tratta in inganno, questo punto è l'identità virtuale. Tutti quanti hanno parlato di alter-ego virtuali, di controparti, addirittura di trasmigrazione di individui dal reale alla rete, ma nessuno mi pare ha individuato i due parametri che più di tutto segnano questa prima età della rete: l'anonimato e l'identità multipla.
Oggi possiamo essere noi stessi per mezzo dell'email, identificarci su MSN o SKYPE come transfughi romulani, essere individui di sesso opposto all'interno di comunità on-line, interpretare i nostri sogni più sfrenati in Second Life o fingere di essere esperti di gioielli dalle righe di un nostro blog.
Mi chiedo quanto questo anonimato e questa separazione dell'immagine virtuale (e questa sua molteplicità) si protrarrà nell'evoluzione della rete.
Web 3.0 = identità reale/virtuale?
Si potrebbe dire che gli scenari descritti da Sterling, Gibson and friends negli anni 80 si sono rivelati premonitori sotto quasi tutti i punti di vista.
Detto questo, c'è però un punto su cui tutta la sci-fi cyberpunk si è tratta in inganno, questo punto è l'identità virtuale. Tutti quanti hanno parlato di alter-ego virtuali, di controparti, addirittura di trasmigrazione di individui dal reale alla rete, ma nessuno mi pare ha individuato i due parametri che più di tutto segnano questa prima età della rete: l'anonimato e l'identità multipla.
Oggi possiamo essere noi stessi per mezzo dell'email, identificarci su MSN o SKYPE come transfughi romulani, essere individui di sesso opposto all'interno di comunità on-line, interpretare i nostri sogni più sfrenati in Second Life o fingere di essere esperti di gioielli dalle righe di un nostro blog.
Mi chiedo quanto questo anonimato e questa separazione dell'immagine virtuale (e questa sua molteplicità) si protrarrà nell'evoluzione della rete.
Web 3.0 = identità reale/virtuale?
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