villa pallavicini..
Ieri pomeriggio, in mancanza della droga calcistica, mi sono recato a Pegli (quartiere ponentino di Genova per i non zeneizi) a visitare il rinomato parco di villa Pallavicini. Mi ricordavo infatti di esserci stato una o due volte da bambino e l'idea di passare un paio d'ore all'aperto non mi dispiaceva affatto.
Il viaggio in treno è stato azzeccatissimo poichè l'ingresso alla vila ed al suo parco è adiacente alla stazione di Pegli. Questo al netto delle pessime condizioni dei treni FS e della scellerata scelta di avere pochi treni a percorrenza metropolitana durante i festivi.
Appena entrati nella biglietteria/segreteria si cade vittime dell'approssimazione tipica dell'amministrazione dei beni pubblici genovesi. Nessuna persona in divisa, solo un tavolaccio con un computer, una stampantina e due giovani (forse dei volontari) che a mala pena sanno stampare i biglietti. Nessuna informazione fornita se non il costo dell'ingresso (3€) , nessun tentativo di interessarmi a visitare altre cose correlate al parco (ad esempio il museo di archeologia ligure).
Una volta dentro si comincia la scalata verso i giardini (ma si sa a Genova le pianure sono bandite) e non si può non notare come la cartellonistica sia scadente, approssimativa ed assolutamente monolingue e come molte cose giacciano abortite e semi-abbandonate (tipo una fantomatica terrazza adibita a picnic.
I giardini sono bellissimi, anche se in questa stagione sono per lo più sfioriti (e a tratti sembra di girare per il cimitero di staglieno) e le architetture ornamentali sono in condizioni mediamente discrete. Ciò che però risulta inaccettabile è l'idea di abbandono che gran parte del parco trasmette. Certo ci sta che in questa stagione alcune cose non siano attive (i ruscelli sono tutti in secca) ma sconcerta trovare molte situazioni a metà strada tra il dimenticato e lo smobilitato.
Fa eccezione il solo laghetto neoclassico dove numerosi uccelli (cigni, papere, oche ecc + un pavone) si mostrano con una certa civetteria mentre nuotano e svolazzano sullo sfondo di una scenografia di sogno.
Alla fine uscendo mi sono sentito un po' malinconico per come anche questa attrazione sia gestita in modo poco professionale ed attento.
Il viaggio in treno è stato azzeccatissimo poichè l'ingresso alla vila ed al suo parco è adiacente alla stazione di Pegli. Questo al netto delle pessime condizioni dei treni FS e della scellerata scelta di avere pochi treni a percorrenza metropolitana durante i festivi.
Appena entrati nella biglietteria/segreteria si cade vittime dell'approssimazione tipica dell'amministrazione dei beni pubblici genovesi. Nessuna persona in divisa, solo un tavolaccio con un computer, una stampantina e due giovani (forse dei volontari) che a mala pena sanno stampare i biglietti. Nessuna informazione fornita se non il costo dell'ingresso (3€) , nessun tentativo di interessarmi a visitare altre cose correlate al parco (ad esempio il museo di archeologia ligure).
Una volta dentro si comincia la scalata verso i giardini (ma si sa a Genova le pianure sono bandite) e non si può non notare come la cartellonistica sia scadente, approssimativa ed assolutamente monolingue e come molte cose giacciano abortite e semi-abbandonate (tipo una fantomatica terrazza adibita a picnic.
I giardini sono bellissimi, anche se in questa stagione sono per lo più sfioriti (e a tratti sembra di girare per il cimitero di staglieno) e le architetture ornamentali sono in condizioni mediamente discrete. Ciò che però risulta inaccettabile è l'idea di abbandono che gran parte del parco trasmette. Certo ci sta che in questa stagione alcune cose non siano attive (i ruscelli sono tutti in secca) ma sconcerta trovare molte situazioni a metà strada tra il dimenticato e lo smobilitato.
Fa eccezione il solo laghetto neoclassico dove numerosi uccelli (cigni, papere, oche ecc + un pavone) si mostrano con una certa civetteria mentre nuotano e svolazzano sullo sfondo di una scenografia di sogno.
Alla fine uscendo mi sono sentito un po' malinconico per come anche questa attrazione sia gestita in modo poco professionale ed attento.
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