vero west (S.Shepard)..
Questo spettacolo è molto divertente, per due terzi del suo corso ha il ritmo e l'aspetto delle più classiche sit-com americane. Persino l'ambientazione esclusivamente casalinga richiama il genere ed il pubblico in sala viene quasi incitato dai tempi comici a sottolineare con risate ed applausi i passaggi più spassosi.
Le vicende narrano la storia di due fratelli, uno sceneggiatore di professione ed uno invece ladro e scapestrato che si ritrovano per caso nella casa materna (mentre la madre è in alaska in villeggiatura). Tutto scorre abbastanza serenamente fino a che durante la visita di un produttore il fratello sbandato riesce a convincere quest'ultimo a far scrivere al fratello una assurda sceneggiatura su un plot di film western di sua ideazione.
Da questo momento in poi il rapporto degenera in conflitto ed i due finiscono quasi per scambiarsi i ruoli.
Nell'ultimo terzo la storia getta la maschera e si rivela per quello che è, un racconto metaforico del conflitto adolescienziale fra senso del dovere legato alla maturità e la curiosità e l'egoismo tipico dell'infanzia. Appare dunque evidente come i due personaggi simboleggino le due inconciliabili differenti pulsioni che sono in moto nell'animo umano quando si affaccia sull'età adulta.
Ottima la prova degli attori, davvero minimale invece la cenografia consistente in un divano ed una macchina da scrivere posti su un piano sopraelevato e fortemente inclinato (forse a simboleggiare l'ineluttabilità dell'incontro scontro delle due forze descritte precedentemente).
Le vicende narrano la storia di due fratelli, uno sceneggiatore di professione ed uno invece ladro e scapestrato che si ritrovano per caso nella casa materna (mentre la madre è in alaska in villeggiatura). Tutto scorre abbastanza serenamente fino a che durante la visita di un produttore il fratello sbandato riesce a convincere quest'ultimo a far scrivere al fratello una assurda sceneggiatura su un plot di film western di sua ideazione.
Da questo momento in poi il rapporto degenera in conflitto ed i due finiscono quasi per scambiarsi i ruoli.
Nell'ultimo terzo la storia getta la maschera e si rivela per quello che è, un racconto metaforico del conflitto adolescienziale fra senso del dovere legato alla maturità e la curiosità e l'egoismo tipico dell'infanzia. Appare dunque evidente come i due personaggi simboleggino le due inconciliabili differenti pulsioni che sono in moto nell'animo umano quando si affaccia sull'età adulta.
Ottima la prova degli attori, davvero minimale invece la cenografia consistente in un divano ed una macchina da scrivere posti su un piano sopraelevato e fortemente inclinato (forse a simboleggiare l'ineluttabilità dell'incontro scontro delle due forze descritte precedentemente).
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